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[Venegono superiore] 27 settembre – CONTRO LA GUERRA

La guerra è presente e orizzonte degli eventi.
Nelle infinite variabili impazzite che costellano i giorni del pianeta Terra, la guerra ci sembra una
costante. I dazi decisi da Trump, la narrazione mainstream a targhe alterne che per mesi ha chiuso
gli occhi di fronte agli orrori in Palestina per poi svegliarsi indignata con colpevole ritardo; l’obiettivo del 5% di PIL da destinare alle spese militari (infrastrutture comprese) entro il 2035; i volenterosi europei con il cancelliere tedesco Merz che con una mano ringrazia Israele per svolgere il lavoro sporco e con l’altra guarda ai piani di investimento per gli armamenti e la ricostruzione delle zone distrutte dalla guerra.
Guerra e capitale viaggiano da sempre sullo stesso binario, oggi più che mai.
Ma cosa si fa durante una guerra?
Abbiamo deciso di organizzare questo incontro per mettere insieme diverse esperienze, consapevoli che è grazie ai ragionamenti e alle sensibilità collettive che potremo affinare la critica e quindi l’agire.
Un’occasione per ascoltare i racconti di alcune realtà in lotta contro la guerra, da diverse
angolature, chi dal punto di vista della logistica e del trasporto – via mare, aria o terra – delle armi,
chi della produzione delle stesse, chi delle armi nucleari, chi dello sviluppo tecnoscientifico a
supporto del comparto bellico, chi della militarizzazione della scuola, chi di quella che Simone Weil
definiva l’aspetto più atroce di tutti, cioè la guerra interna.
Una “festa antimilitarista” per unire, alla condivisione delle lotte, un momento più conviviale. Ma la “vera festa” che ci auspichiamo è la fine della guerra e del mondo che la produce.
Nel frattempo incontriamoci, discutiamo, agiamo.


[Saronno – VA] 25 aprile 2025 – CORTEO

La storia non si ripete mai, se non come farsa.

Risulterebbe quindi improprio paragonare questo 2025 a qualche altro periodo della storia più o meno recente. Tuttavia, non è improprio provare a ragionare sul periodo attuale, su quali campanelli d’allarme sentiamo chiaramente, su quali rapide trasformazioni stia prendendo la realtà.

Negli ultimi mesi ne abbiamo sentite di tutte: il partito neonazista AFD che supera il 20% dei voti in Germania. La striscia di Gaza dipinta sui canali social del presidente degli Stati Uniti come Miami Beach. Dazi al 125%. Spese militari al 5%.

L’Europa allarmata da questo repentino irrompere della guerra nel discorso globale si affanna a intraprendere la strada del riarmo, con l’imposizione da parte di Von der Leyen di una spesa di 800miliardi. Evidentemente lorsignori preferiscono la guerra alla sanità, all’istruzione, alle pensioni, all’ambiente, insomma, ai diritti fondamentali delle persone, e investono in armamenti.

In questa cloaca passa quasi sottotono l’approvazione del cosiddetto Dl sicurezza. Una vera e propria manovra da “guerra interna” con cui si marginalizzano fasce sempre più ampie di persone e si preclude alle stesse la possibilità della protesta e del dissenso.

La realtà che abbiamo sotto gli occhi è un mondo apparecchiato per l’accumulo smodato di ricchezze nelle mani di pochi, pochissimi, a fronte dell’annaspare dei più.

In questo scenario in rapida evoluzione non possono mancare i nostalgici del ventennio, che cianciano di interventismo europeo e organizzano ronde contro la marginalità.

Il discorso securitario a Saronno, in vista delle elezioni, ha preso ancora una volta il sopravvento.

Oggi la “sicurezza” è priorità di chiunque si presenti alle elezioni, al punto che una lista civica che guarda all’associazionismo e al volontariato porta il nome di “Saronno Sicura”, lo stesso di una di destra di quindici anni fa.

Un’insicurezza percepita che è figlia del deserto che è stato creato: telecamere ovunque e ordinanze liberticide hanno letteralmente dato il colpo finale ad una libera aggregazione giovanile già fortemente repressa. Adesso gli stessi benpensanti che si lamentavano del vociare o del chiasso dei ragazzi, si lamentano di sentirsi insicuri con le strade vuote.

Ma come,nello stesso testo parlate di guerra e di telecamere?
Sì, perché la guerra è un momento di disciplinamento della popolazione, di restringimento dei margini del consentito, di repressione più feroce.

In questo abisso in cui ci hanno cacciato, le nostre stelle polari rimangono solidarietà e conflitto. La variante umana è un fattore in grado di inceppare questa corsa forsennata, come ha dimostrato la resistenza palestinese diffusasi in tutto il mondo. Nel nostro territorio negli ultimi mesi ci sono stati importanti manifestazioni a Nerviano contro la Leonardo, uno dei principali produttori bellici del Paese, e a Busto Arsizio contro la base Nato e la guerra.
Ma come,parlate di guerra in occasione del 25 aprile?
Contro l’abisso di allora, contro l’abisso di oggi.

LIBERIAMOCI

assemblea antifascista saronnese


[Saronno – VA] Scritta contro la guerra davanti al Liceo Scientifico G.B. Grassi

Una grande scritta con vernice bianca è stata nottetempo tracciata davanti al liceo scientifico Gb Grassi di Saronno.

“Dietro casa nostra vengono prodotti dispositivi che uccidono migliaia di perone.
La guerra parte da qui, non possiamo rimanere indifferenti”